mercoledì 27 gennaio 2016

Dopo tutto questo silenzio.

Il silenzio forzato nel quale mi sono rifugiato fa seguito all'avviamento dell'attività che ho aperto qui a Tarrafal. Da bravo italiano, ho deciso di incarnare uno stereotipo tipico di noialtri all'estero e ho aperto un ristorante-bar. Adesso, se permettete, ho da fare: prendo il mio mandolino, il mio costume da Pulcinella, pettino col gel i miei folti capelli neri e inizio a cantare canzoni del folklore. Ovviamente gesticolando.


Di quello che è successo qui a Tarrafal in questi ultimi mesi, ce ne sarebbe da raccontare, e lo farò a rate nei prossimi post. Di sicuro, il fatto di lavorare 15 ore al giorno non mi ha mai aiutato a trovare l'ispirazione o la fantasia per scrivere le consuete cavolate. Mi è mancato questo momento, perché per me è anche una sorta di valvola di sfogo. Inoltre devo ammettere che per uno come me, che ha abilmente e accuratamente scansato il lavoro per decenni, si tratta di un trauma.
Il ristorante si chiama "Restaurante VistaMare", giusto per aggiungere fantasia alla fantasia. E, sempre seguendo questo tenore ricco di sorprese e di colpi di scena, fa cucina italiana con contaminazioni Creole. Non ci aveva ancora pensato nessuno, vero?
Ci troviamo di fronte al mare, la vista è bellissima, il cibo pure... insomma, se capitasse qualcuno da queste parti dicendo che ha letto del ristorante sul blog, gli offro un caffè, uno sconto sulla cena e qualche dritta per non comportarsi come i soliti pollastri in giro per il mondo: i peggior turisti fai-da-te d'Europa!


Perché dalla scorsa estate, per la prima volta a memoria degli autoctoni, il turismo italiano sta facendo dei numeri di un certo rilievo; ho personalmente conosciuto una sessantina di compatrioti. Molti di essi sono amanti di un turismo meno standardizzato rispetto a quello dei Resort, ma senza rinunciare alla sicurezza di una destinazione tranquilla come Capo Verde. Alcuni li ho trovati simpatici, esperti e aperti a nuovi stimoli. Altri, invece, incarnavano tutti i nostri vecchi cliché: primo tra tutti il parlare solo italiano per poi, quando l'interlocutore non capisce, ripetere la stessa frase a voce più alta e scandendo, come se anziché con uno straniero, si avesse a che fare con qualcuno duro d'orecchi! Sono gli stessi che poi, puntualmente, piuttosto che chiedere consiglio su dove mangiare o dormire, da bravi conoscitori del mondo, si sentono esploratori provetti e vanno a pranzo alla "Taverna dell'epatite" e pernottano nella "Locanda dell'arzillo scarafaggio".


Mi fermo qui. Avrò modo presto, spero, di continuare.
Intanto ho preso due cuccioli a casa, li ho chiamati Bowie e Mercury. Del resto lo spazio non manca, il cibo neppure... Sicché, benvenuti!
Al momento abbaiano col il vigore dello squittio di un topo. E sono molto più tonti della povera Pandora: probabilmente sono maschi!