venerdì 7 ottobre 2016

Vamos a la Praia!

La stagione delle piogge è agli sgoccioli ed il termine è davvero appropriato. Però quando il cielo decide di lasciarsi andare, Noé levati!
Come ogni anno le piogge hanno portato vita e abbondanza: le pecore sono piene di agnelli, le scrofe di porcellini, le vacche di vitelli, i miei cani di zecche, il gatto di pulci e io di batteri con una bronchite da due cicli di antibiotici. E vengo da Biella, città talmente fredda e piovosa che su Rai 3 anziché "Un posto al sole" trasmettono "Un posto".


Ho avuto un interessante scambio di mail con un italiano che è incappato nel mio blog e che voleva il mio parere su un suo eventuale trasferimento a Capo Verde. Mi ha spiegato che inizialmente la sua scelta era caduta sulle Canarie, ma che dopo esserci stato per una vacanza-sopralluogo, ha deciso che fossero "troppo inflazionate di italiani" [sic] per le sue aspirazioni. Ha allora volto lo sguardo verso Capo Verde ed è entrato in contatto con un'italiana che vive qui e che fa consulenza (retribuita) per connazionali che desiderano trasferirsi. Insospettito dal fatto che la signora gli dipingesse la vita capoverdiana come un paradiso a 360°, ha voluto sentire la mia opinione e qui in seguito provo a riassumere i vari temi trattati.

Per prima cosa Capo Verde è formata da 10 isole e ognuna è diversa come popolazione, come cultura e come economia. Non conoscendo le peculiarità delle altre isole, alcune molto famose dal punto di vista turistico come Sal o Boavista, preferisco parlare solo dell'isola di Santiago sulla quale risiedo e sulla quale ho un ristorante.
Mi sto dunque riferendo all'isola di Santiago, dove si trova la capitale Praia; isola che da sola supera come numero di abitanti tutte le altre prese insieme.

Cosa c'è di vero e cosa c'è di falso nel dipingere Capo Verde come un paradiso perfetto?
Allora, innanzi tutto le bellezze naturali. Vero, verissimo, Capo Verde è stupenda; stiamo però parlando di lasciare l''Italia, non il Lussemburgo (con tutto il rispetto), quindi il bilancio in fatto bellezze naturali, culturali e artistiche pende decisamente dalla parte del bel paese.
Il clima: vero, clima temperato, tra il 25 e i 35 tutto l'anno. Considerando quanto si spende di riscaldamento per esempio in Piemonte, vince Capo Verde tutta la vita.
Tenore di vita: estremamente personale come scelta, perché ambire a un determinato stile di vita ha dei presupposti soggettivi. Mi avevano detto una volta che "Capo Verde è il paradiso per chi non vuole fare un ca**o." Direi di sì. Se si arriva qui con una rendita, anche non eccessiva (una pensione italiana per esempio), si può davvero passare la giornata tra mare, sole, palme, pesca, aperitivi e tutte quelle attività per le quali ci sentiamo più predisposti rispetto all'inserimento dati o al recupero crediti. Inoltre, particolare non di poco rilievo, pare che la pelle bianca sia molto amata dai giovani e dalle giovani del posto, sicché chi la indossa, a prescindere dall'età, può vivere una seconda giovinezza amorosa senza molte difficoltà. So che questo spesso viene giudicato poco etico e io non sono molto bravo nel prendere posizioni rigide su determinati argomenti, ma con tutti gli esportatori di violenza e guerra che se vanno in giro a testa alta (magari con un Nobel per la pace in saccoccia), qualche esportatore di amore magari può fare solo del bene.
Per chi la rendita non l'avesse, tocca inventarsi un lavoro. Perché la vita a Capo Verde non è affatto a buon mercato.
A Tarrafal gli affitti sono praticamente uguali a quelli di un capoluogo di provincia italiano, la corrente e l'acqua sono molto care; mentre in un discount in Italia con 30 € qualcosa lo compri, qui con la stessa cifra te ne esci col carrello vuoto. La media di spesa in un ristorante è di 15/18 € e i prodotti importati, praticamente tutti, arrivano a costare 3 volte quanto li paghiamo in Italia. Incredibilmente anche i prodotti di produzione locale, quelli che chiameremmo "a km 0", sono cari e un chilo di banane raccolte sull'albero di casa è venduto allo stesso prezzo di un chilo di banane della coop, reduce da un viaggio sicuramente più lungo.
Si, va bene, vuoi mettere la qualità e i pesticidi e la natura e blablabla, ma il costo è sicuramente sproporzionato rispetto al salario medio.
Proprio per il salario basso, uno straniero non potrebbe, a mio avviso, che dedicarsi all'imprenditoria. E qui i campi sono tanti e promettenti, ma meglio ricordarsi che qui la burocrazia, in quanto lentezza e puntigliosità, non scherza affatto.
Con il nuovo governo pare che determinate occasioni di sviluppo si stiano sbloccando.
L'aeroporto internazionale di Praia si sta ingrandendo, stanno costruendo un mega-resort a Praia e pare anche uno a Tarrafal (presentato oggi), nuove compagnie voleranno su questa destinazione mentre quelle vecchie aumenteranno i voli.
I capoverdiani benestanti e quelli di rientro dall'estero vogliono qualità e servizi che qui non si trovano, più per mancanza di professionalità che di volontà.
Insomma, il clima è fecondo per fare una scommessa. Male che vada, si torna a casa con qualche euro in meno e con della vitamina D in più!

In pratica, il mio consiglio a questo nuovo amico è stato: dai retta a me, fai come ti pare!

Io e Francesco abbiamo preso l'abitudine di cenare una volta ogni 15 gg con gli altri italiani di qui: Jonathan e Rosi, con suo marito Giulio, capoverdiano. Può darsi che questi ultimi un giorno vadano a vivere in Toscana. Io e Francesco, da anime caritatevoli quali siamo, non possiamo permettere che Giulio si trovi impreparato e abbiamo deciso di dargli lezioni di italiano personalizzate... in fondo, andrà in Toscana, la regione più cattolica d'Italia!