lunedì 27 aprile 2015

In trasferta: Gita fuori porta.

La mia permanenza in Italia sta durando un po' più del previsto. Prima di rientrare a Tarrafal devo risolvere alcune pratiche in modo che abbiano validità sia qui che a Capo Verde.
Considerando che stiamo parlando di due Paesi che amano visceralmente burocrazia, regole e moduli, ho compilato cartaccia per un peso di poco inferiore a quello che io ho preso in quasi un mese di cene e aperitivi!

Domenica scorsa sono stato a "Torino Comics", una fiera dedicata al mondo che racchiude fumetti, Manga, Anime, film, cartoni, fantasy; insomma, tutti quegli argomenti che tanto appassionano i nerds.
Che poi, io mi sono sempre sentito un discreto nerd. So a memoria le sigle di decine di cartoni animati, ho il portachiavi di Iron-man, una t-shirt delle Stark Industries, recito a menadito interi brani de "Il Signore degli Anelli".
Addirittura prima della mia nascita, mio papà, probabilmente in un momento di scarsa lucidità, aveva pensato di chiamarmi Hiroshi (vedi Jeeg Robot).
Domenica scorsa, però, mi sono reso conto di non essere che un dilettante!


Sono entrato in un mondo incredibile e popolato da creature quantomeno inquietanti.
L'età media era decisamente a cavallo dei 20 anni, ma i più anzianotti, come me, non mancavano! Praticamente assenti i bambini, sintomo che non si tratta di "intrattenimento", ma di collezionismo.
Il nerd tipico ha una divisa standard: jeans e t-shirt legata al mondo del fantastico. Il resto sono optionals intercambiabili: brufoli, colorito pallido, modi da sociopatico (spintoni compresi), capacità di lettura rapidissima. Insomma, io che non amo gli stereotipi, mi sono trovato davvero spiazzato.
Capitolo a parte i Cosplayers (coloro che si travestono da personaggi di manga e anime, per farla facile). I Cosplayers non pagavano l'ingresso, quindi tantissimi giovani (e non) sono venuti mascherati nei modi più disparati. Però, vuoi per la mia scarsa conoscenza dei Manga moderni, vuoi perché molti si erano probabilmente travestiti sotto effetto di psicofarmaci, non sono riuscito a riconoscerne molti, a parte Bilbo e Wolverine.
I personaggi femminili, nell'immaginario giapponese, sono sempre molto sexy; la loro incarnazione italiana, invece, quasi mai. Infatti le fanciulle che giravano per la fiera, in abiti così succinti da essere imbarazzanti anche in un Club Privé, non erano propriamente un bel vedere. Non solo! La mia impressione è stata che più una ragazza fosse in carne, più fosse esigua la quantità di stoffa che decideva di indossare.
Ma forse mi sbaglio. Forse la taglia del costume era la stessa, ma l'effetto ottico...


C'era uno spazio dove coppie di sfidanti si affrontavano con spade da allenamento. Ed erano davvero bravi.
Il mio primo pensiero infatti è stato: "Minchia se sono bravi questi ragazzi"
Il secondo: "Minchia, ma esiste gente che passa il proprio tempo ad allenarsi con la spada!?!?!"


Ho rivisto un giocattolo che avevo da bambino: un pupazzo dei "Micronauti", il famigerato "Baron Karza". Identico a come me lo ricordavo, avrò avuto 5 anni; grandissimo nei ricordi dorati dell'infanzia, di soli 15/20 cm oggi, nel 2015.
Quanto l'avrà pagato mio papà? 5.000 lire? 10.000 lire?
Prezzo al pubblico attuale: 199,00 €. La passione non ha prezzo... specialmente quella per il denaro!


Infine, sono rimasto colpito dal fatto che ci fossero almeno 10 stand che vendevano spade. Spade famose, per carità, quella di Theoden, per esempio, o Lungo Artiglio di Jon Snow, o Anduril di Aragorn. Sicuramente non affilate, non in acciaio di Valyria, o forgiate dagli Elfi. E nemmeno lontanamente paragonabili alle lame Miracle Blade dello chef Tony.
Ma pur sempre spade.
E vista la ressa all'interno, la difficoltà di trovar parcheggio, il mio bassissimo livello di sopportazione prima di iniziare a litigare, già mi vedevo i titoli su "La Stampa" di lunedì: "Trentanovenne borbottone infilzato da nerd disturbato"
Segue Gramellini con "Bravo ragazzo. I vicini: Salutava sempre".

lunedì 20 aprile 2015

In trasferta² (In trasferta dalla trasferta)

La settimana scorsa, per motivi sui quali non mi dilungo, sono stato in Puglia e più precisamente a San Severo, dove sono nato.
Una bella occasione di passare un po' di tempo con mio fratello e mia mamma, miei compagni di viaggio, poiché si tratta di 800 km quasi perfetti che suddividiamo in 4 tappe da 200 km e che alterniamo alla guida io e mio fratello Vincenzo, con tre fermate all'autogrill; il viaggio risulta quindi non troppo pesante.
Almeno nelle nostre intenzioni.

Io e Vincenzo facciamo sempre un gioco in autostrada: contiamo i cantieri stradali. Si tratta di un passatempo impegnativo, che dura praticamente tutto il viaggio. In particolare al ritorno, nei primi 250 km abbiamo avuto la fortuna di contare 22 "lavori in corso", con tanto di cambi corsia e incolonnamenti di camion, nonché un prestigiuoso incidente in galleria dalle parti di Ancona che, grazie alla prontezza della Società Autostrade, ha bloccato per due ore una coda di appena 2 km di veicoli, poiché gli altri automobilisti sono stati fatti provvidenzialmente uscire prima. Peccato che in quei due chilometri ci fossero anche due fessi che condividevano l'abitacolo della macchina con una schiera aleggiante di Santi da far slittare di almeno tre anni il Giubileo!
Veder guidare mio fratello, poi, è uno spettacolo sempre affascinante. Intrattiene con tutti gli altri automobilisti cordialissimi rapporti, basati su lampeggiamenti di fari, colpi di clacson, mani levate, sguardi minacciosi e tutta una serie di altri piccoli segni che se non sei un semiologo di categoria almeno "Umberto Eco", non potrai mai capire. Di certo Vincenzo sarà un giorno uno di quei vecchi che sbraiterà contro le notizie del Telegiornale (cosa che io già faccio).

Il bello di andare "al paese" è che il tempo sembra essersi fermato. Ma non perché al sud siano indietro, anzi. Per molte cose hanno da insegnare.
Il tempo sembra fermo perché tu puoi aver 40 anni, la barba e girare in giacca e cravatta, ma per i tuoi parenti, gli zii in particolare, sarai sempre un bambino; alcuni te lo dimostrano salutandoti con affettuosi pizzicotti sulle guance (POTREI UCCIDERE PERDIO!!!), altri rivolgendosi a te con l'altrettanto affettuoso "stu strunz".
Ma tutti, indistintamente, mi chiamano in prima battuta col nome di mio fratello; i più caparbi, si correggono usando poi quello di mia sorella.


Il periodo che ho trascorso a San Severo si riduce, essenzialmente, al tempo che intercorreva tra un pasto e l'altro. Per ogni zio o cugino (e ne ho tanti) un pasto luculliano, in cui la frase che risuonava più spesso era "Vincè... Scusa, Luì, mangia!!!"
E va considerato che non sono tipo da tirarsi indietro di fronte ad inviti del genere.

Io e mio fratello siamo ripartiti con la macchina più leggera di una mamma, che si è fermata giù, ma, come da tradizione, carica di caciocavalli, formaggi, salumi, biscotti, liquori, vino.
La coda in autostrada ad Ancona poteva durare anche 5 o 6 anni, prima che per noi si ponesse il problema della fame!

sabato 11 aprile 2015

Polemicamente in trasferta.

Fin da quando facevo stagioni, ogni volta che ritorno a casa la prima, immancabile domanda che ognuno mi rivolge è: "Quando riparti?".
Domanda innocente e fatta con le migliori intenzioni (corrisponde in realtà a "Quanto ti fermi con noi?") ma che spesso indispone perché, a seconda dell'umore, può essere interpretata come "Quando ti levi di nuovo dalle balle?".

Pochi giorni fa, mia sorella per prima e poi a valanga un sacco di amici, mi hanno inviato questo articolo su una donna italiana a Capo Verde.
A prescindere dalla Sig.Ra Carmen, la protagonista dell'intervista, trovo il "pezzo" di una pochezza disarmante, scritto secondo tutti i canoni del peggiore manierismo e squalificante per ogni giornalista serio per via dell'indecoroso numero di frasi fatte e di stereotipi utilizzati nell'articolo.
Praticamente è un vademecum scritto da chi non ha mai viaggiato a beneficio di chi non ha mai viaggiato.

Fare una scelta del genere, quella di andare via di casa, si trattasse anche solo di pochi mesi, implica uno shock culturale, emotivo e linguistico molto forte, che impone ogni giorno all'emigrante di confrontarsi con mille incognite e di trovare il coraggio di portare avanti la propria decisione.
E questo, la signora Carmen, l'ha vissuto e lo sta sicuramente vivendo. Ma l'autrice ha preferito dare il solito taglio banale, da "Studio Aperto", dipingendo l'esperienza all'estero come un paradiso a portata di mano, che i più coraggiosi, quelli capaci di estirpare rapporti familiari e amicizie, potranno godere facilmente.
E infarcisce l'articolo di parole come "Rolex", "tacchi a spillo", "guadagni da urlo", "crisi", "burocrazia". Utili per l'indicizzazione e per gli ingenui.
Mi fanno veramente incazzare gli opinionisti da Social e quelli da divano, coloro che sanno tutto del mondo perché lo conoscono attraverso lo schermo del pc.
Preferisco di gran lunga il punto di vista che la signorina Silvia Serralunga infonde nelle sue parole su "La Nuova Provincia".

Ieri sono stato dal medico, per andare a monitorare i miei problemi di ipertensione (ma va?) e farmi prescrivere i medicinali. Ha visto il diario delle mie misurazioni negli ultimi mesi e mi ha detto: "Sai che facciamo? Ti tolgo i medicinali, l'Africa ti fa bene".
Dopo, di routine, mi ha misurato la pressione: 150 su 100.
Mi ha guardato e mi ha detto: "Facciamo così: continua la cura finché rimani a Biella. A capo Verde la puoi sospendere".
Non ho avuto il coraggio di dirgli come sto vivendo i miei giorni (e soprattutto le mie notti), in patria!
Di sicuro, tra i tanti acquisti che avrei voluto fare in Italia, questi non li avevo valutati...


giovedì 9 aprile 2015

In trasferta

Scrivo da Biella, dove mi trovo per la Pasqua.
Di conseguenza, sono in trasferta.

Quello che più mi mancava dell'Italia era la possibilità di uscire a cena, andare a far aperitivo, vedere un po' di gente. Insomma, la vita mondana,
Invece a Tarrafal ero costretto praticamente tutte le sere a rimanere in casa sulla poltrona, guardare un film sul PC e sgranocchiare schifezze.

Ci pensavo proprio l'altra sera, mentre sul divano guardavo SKY Cinema Principesse mangiando cinese.