venerdì 29 aprile 2016

Un po' di diario.

Con grandissimo dispiacere, ci siamo accorti che il nostro gatto Moko (che in crioulo significa "ubriaco"), non ha più fatto ritorno a casa da una delle sue piccole escursioni fuori porta. Le ipotesi sono due: può esser stato sbranato da uno dei tanti cani randagi, che più di una volta abbiamo visto inseguire i gatti e, in un caso, addirittura un capretto.
Oppure, più probabile, può esser stato rubato da qualcuno che se l'è portato a casa; non è infrequente infatti che, sebbene le strade siano piene di cuccioli abbandonati, queste teste di cazzo decidano di prendere animali già cresciuti e curati da altri.
E scusatemi il francese.
Nel dubbio, oggi ho portato a casa l'ennesimo gattino, che ha però avuto un impatto poco entusiasta con l'ambiente e che continua a frignare. Per continuità io lo chiamerei Tafkap, ma voglio sentire cosa ne pensa Francesco. Questo 2016 si sta portando via artisti a profusione, ma non a sufficienza da dare il nome a tutti gli animali che stiamo cambiando!


Da qualche giorno c'è qui anche il mio amico Enrico, socio mio e di Francesco nel Restaurante VistaMare. Era già stato a trovarmi, ma in un periodo un po' particolare dal punto di vista climatico (in pieno uragano!!!). A questo giro, nelle pause dal lavoro, ha avuto quindi modo di apprezzare e di capire quello che Tarrafal offre, a livello di natura, di vita, di società.
Un classico che rinfranca il cuore è la visita ai bambini dell'asilo per portar loro qualche caramella. Non stiamo parlando di bambini poveri, almeno per come può essere inteso qui il termine. Ma sono bambini bellissimi, gioiosi e pieni di moccio, che ormai mi accolgono chiamandomi per nome e sfornando sorrisi che, mannaggia, bisogna viverlo per capirlo.
Mentre stavamo distribuendo le caramelle, si svolge un piccolo dramma: una bambina, per una dinamica che solo la fisica dei bambini può spiegare, è rimasta incastrata con la testa tra la seduta e lo schienale della sedia. In pratica, la seggiolina le fungeva da scomoda collana.
La bambina piangeva, la maestra farfugliava, gli altri bambini rumoreggiavano, e quindi io ed Enrico abbiamo fatto la cosa che ci sembrava più logica: abbiamo cercato di liberare la bambina parlandole, nel frattempo, per tranquillizzarla.
La maestra allora, con un colpo di scena degno di Tarantino, ha ritenuto saggio portare tutti i marmocchi in un'altra stanza, lasciando noi due da soli con la bambina; le sue ultime parole prima di chiudere la porta sono state: "vado a cercare qualcuno che possa segare il ferro della sedia!".
Siamo rimasti stupefatti: per noi è incredibile che venga reputato normale lasciare una bambina di 4 anni da sola con due estranei... ci immaginavamo già irruzione di agenti armati di spray al peperoncino! Ma, una volta che abbiamo capito che non saremmo stati arrestati, abbiamo semplicemente deciso di smontare la sedia.
Come dice l'aforismo Facebocchiano: "Quando una nave sta affondando, si mettono in salvo prima le donne e bambini, in modo che gli uomini possano, nella ritrovata calma, risolvere il problema". Tempo due minuti, la bimba era libera e noi, eroi per qualche minuto, siamo tornati soddisfatti alle nostre occupazioni.

Qualche giorno fa un tragico evento ha scosso Capo Verde e, più in particolare, l'isola di Santiago dove vivo. Tre civili sono stati trovati morti nei pressi di una installazione militare; tutti i soldati risultavano scomparsi e, solo in un secondo momento, sono stati ritrovati privi di vita, per un totale di undici vittime.
All'appello mancava un militare, che risultava da subito essere il maggiore indiziato dell'eccidio. Il giorno successivo è stato catturato e darà quindi la sua versione al tribunale, probabilmente militare, che lo ascolterà.
In quei due giorni si sono succedute decine di voci poi smentite dal portavoce del Ministro degli Interni: attentato terroristico, regolamento di conti da parte di narcotrafficanti ai quali sarebbe stato sequestrato un carico importante di droga, motivi passionali. Insomma, tantissime versioni prive di veridicità ma figlie del chiacchiericcio di questo popolo così pettegolo.
Di sicuro non è una maniera felice, per il nuovo Governo, di iniziare quella che molti sperano sia una nuova era per Capo Verde.


La cagna dei miei vicini, o meglio, la cagna che bazzicava dalle parti di casa mia, ha sfornato 6 cuccioli e poi è sparita. Due cuccioli, i più forti, sono stati da subito "rapiti", verso, si spera, una buona vita.
Io e Francesco, facendo onore al Santo dal quale il mio amico prende il nome, ci stiamo facendo carico di crescere gli altri. Che sono scesi ormai al numero di tre, perché uno è stato purtroppo investito da una macchina.
Sono brutti, malaticci e gracili, ma pieni di spirito combattivo. Vedremo chi avrà ragione!

Quello sopra è il tramonto di ieri. Tarrafal sa essere magnifica.

sabato 16 aprile 2016

L'oppio dei populisti.

Le temperature in quel di Tarrafal stanno costantemente aumentando, i tramonti sono fantastici, il mare è sempre più caldo. E di conseguenza i vestiti della gioventù locale si fanno sempre più striminziti, mostrando muscoli che, ne sono certo, non fanno parte del mio patrimonio biologico. Insomma... ci prepariamo all'estate! Nel dubbio, le zanzare si sono già attrezzate.

In questo posto vorrei parlare un po' di religione. Mi riesce difficile, perché è un po' come se Galeazzi disquisisse di dieta o Sasha Grey dissertasse di castità. Ma l'aspetto religioso è fondamentale per la comprensione di qualsiasi popolo; cercherò quindi di affrontare l'argomento in maniera rispettosa e possibilmente obiettiva, per non turbare la sensibilità di nessuno.
Capo Verde è a schiacciante maggioranza cattolica. E quando dico schiacciante, vuol dire veramente la quasi totalità. Sorprendendo un po' tutti, Papa Francesco ha nominato Cardinale il capoverdiano Arlindo Gomes Furtado, che è diventato così il primo porporato dell'arcipelago.
Senza entrare nel merito della santità del religioso né in quella dell'investitura, le conseguenze sono state all'altezza della migliore campagna di marketing mai promossa! Entusiasmo incontenibile della popolazione, delle autorità, un cartellone gigante in piena capitale, nell'Achada Sant'Antonio, esposto per mesi a celebrare il nuovo Cardinale.
Del resto i capoverdiani hanno ereditato molto il gusto per il pomposo e del celebrativo dei portoghesi.
Qualche mese fa, non ricordo se a dicembre o a gennaio, ha ricevuto l'investitura il nuovo parroco di Tarrafal. Considerando le dimensioni del paese, la cerimonia nelle mie aspettative sarebbe dovuta essere all'incirca paragonabile a quella per un nuovo parroco di una cittadina come Santhià: sobria, rapida, essenziale.
Macché: migliaia e migliaia di persone a seguire la messa, che l'Angelus gli spiccia casa, decorazioni appese per le strade, poliziotti a convogliare il traffico, cibo gratis per tutti. Insomma, una grandissima festa di tutta la comunità. Pare che il nuovo parroco sia giovane, capace, simpatico e pieno di energia; unico neo: non ha presenziato al mio finto matrimonio di novembre.


La Santa Messa, del resto, qui è molto seguita; sabato sera e domenica mattina migliaia di fedeli affollano la "chiesa temporanea", vestiti con gli abiti migliori, tutti lindi e pinti.
Dico "temporanea", perché viene attualmente celebrata in uno spiazzo adibito allo scopo, poiché la Chiesa di Sant'Amaro. il patrono di Tarrafal, è al momento in ristrutturazione. Qui mancheranno i soldi per fare tante cose, ma per le costruzioni religiose si trovano: la strada per Santiago, per esempio, mostra, tra tante fatiscenti case grigie, spoglie e non terminate, delle bellissime, pulite e splendenti chiesette, come gioielli incastonati nel fango.
La religione cattolica è molto sentita anche nel quotidiano; nell'abbigliamento (croci, rosari, santini), nella conversazione (frasi come "se Dio vorrà", "se Dio aiuterà"), nei nomi attribuiti alle macchine e alle barche ("Gesù è mio fratello", "il buon pastore", "nelle mani di Dio"... quest'ultimo l'ho sempre trovato inquietante come nome di un'imbarcazione!).
Ma anche una popolazione così devota deve fare i conti con i tanti contrasti del cattolicesimo. E spiegarsi, qui più che altrove, come conciliare la propria fede con i tanti figli senza padre, nati molto al di fuori del matrimonio, che sono la colonna vertebrale della gioventù di Capo Verde. Così, per fare un esempio.

Immancabili, instancabili, inarrestabili, sono qui ben rappresentati i Testimoni di Geova. ne ho conosciuti anche di Italiani, giunti a Capo Verde per fare probabilmente uno scambio di esperienze, e li ho anche trovati molto simpatici. Quelli che invece mi hanno bussato a casa svegliandomi, nel mio primo giorno di riposo, quelli no, quelli non mi sono stati simpatici affatto. E gliel'ho spiegato.

Molto presenti anche gli adepti della Chiesa dei Santi dell'Ultimo Giorno, meglio conosciuti come Mormoni. "Ultimo giorno" che va interpretato un po' alla Giorgio Mastrota perché, alla faccia delle scadenze, questi continuano ad arrivare. Camicia bianca, pantaloni neri, badge, espressione di chi sta prendendo la vita sul serio. Ma terribilmente fuori posto nel camminare con le scarpe lucide per le strade sterrate di Tarrafal. Anche se, su questa mia ultima frase, si potrebbero scrivere enciclopedie di filologia evangelica.

Concludo con i musulmani. Qui sono veramente pochissimi, quasi sempre stranieri immigrati per motivi di lavoro. E per motivi di lavoro li ho conosciuti e frequentati: per esempio Moussa, il fabbro che da 3 mesi deve farmi una saldatura, o Alassam, il parrucchiere che mi ha fatto un buco in testa.
E io, che ecumenicamente considero tutte le religioni allo stesso livello, ho espresso loro il mio punto di vista senza alcun imbarazzo.
Perché sì, è vero: so bestemmiare anche in Arabo.

venerdì 1 aprile 2016

Musa, quell'uom di multiforme ingegno Dimmi, che molto errò.

Concludevo l'ultimo post mettendomi in mano a TAP per il trasporto di questo pover'uomo da Praia a Milano Malpensa.
Sulla carta il viaggio non è particolarmente lungo né scomodo, così all'andata come al ritorno. A meno che le cose non vadano storte.

In teoria si parte da Praia alle 00:55 per giungere a Lisbona alle 6:00 (ore locali), con una coincidenza rapida alle 7:20 che giunge a Milano dopo 2 ore e 45 minuti.
L'ultima volta che ho tentato di combinare questi aerei, il primo ha portato ritardo, ho perso il secondo e, causa un overbooking del Lisbona-Milano successivo, siamo dovuti rientrare via Bruxelles, mentre la mia valigia piena di manghi maturi girava impavidamente l'Europa per a settimana.
Questa volta mi sono fatto furbo: ho deciso di prenotare direttamente il volo delle 13:25 da Lisbona: qualche ora in più di attesa, ma la certezza di arrivare. Bravo genio.
Premetto che il giorno prima di partire sono andato a lavorare, ho fatto rapidamente la valigia e alle 17:30 sono partito da Tarrafal per Praia. Cena e subito in aeroporto.
Iniziavo il viaggio già stanco, quindi, e la stanchezza veniva in seguito aggravata dalla mancanza di sonno sul volo dovuta agli spazi angusti ed alla corporatura strabordante della signora al mio fianco.
Arrivando a Lisbona, quindi, abbandonavo la balzana idea di una colazione abbondante a base di birra e baccalà per le vie della città, e mi sdraiavo a pennicare su una chaise longue come il più barbone tra gli studenti Erasmus.

L'imbarco avveniva in ritardo di circa un'ora e, una volta saliti, il comandante comunicava in portoghese ed in inglese, ad una clientela completamente italiana, che l'aereo sarebbe partito con 45 minuti di ritardo. Il gruppo di baldi veneti dietro di me ha sfruttato l'occasione per insegnare decine di fantasiose bestemmie a tutti i passeggeri. Bestemmie leggere, se paragonate a quelle che hanno iniziato a grandinare allo scadere dei 45 minuti ed in seguito ad un secondo annuncio identico al primo.
Alle 17 circa ci hanno quindi fatti sbarcare comunicandoci che, causa sciopero dei controllori di volo francesi, il cui spazio aereo avremmo dovuto attraversare, la partenza veniva rinviata al giorno successivo e saremmo stati spostati in hotel fino a nuove disposizioni.
Quello che mi ha colpito positivamente è che, a parte un paio di casi isolati, la situazione è stata vissuta senza nervosismo anzi, capeggiati dal gruppo veneto che vedeva il bicchiere mezzo pieno (di grappa), il tutto si è trasformato in una gita delle superiori!
Poiché il bagaglio è rimasto imbarcato, sono dovuto uscire a comprarmi un paio di mutande portoghesi; nei 15 minuti di passeggiata, Giove Pluvio si è scatenato, probabilmente per vendicare i colleghi vilipesi nel pomeriggio. Era un Luigi zuppo, stanco ed intollerante a tutto, quindi, quello che infine è salito in camera ed ha svuotato il minibar!
Hotel confortevole, cena sufficiente, a letto alle 21 e sveglia alle 6.
La colazione almeno mi ha regalato il sempre interessante spettacolo offerto da un gruppo di orientali alle prese con il buffet: il signore che mangiava pesche sciroppate e fagioli ha messo tutti a tacere.

Il giorno seguente dunque partiamo alle 10 con volo speciale e arriviamo alle 14 italiane. Bilancio: un viaggio lunghissimo, stancante e che si è mangiato un giorno della mia già striminzita vacanza.
Sapremo fare di peggio? Il volo di rientro, tra pochi giorni, ci darà tutte le risposte...


Poiché la vita è un viaggio, mi sono spostato con mio fratello in Puglia per passare la Pasqua. La notizia, la VERA notizia, è che ho preso ben 8 treni di Trenitalia e tutti e 8, TUTTI E 8, sono partiti puntuali al minuto.
Se sono anche arrivati puntuali, beh, quella è un'altra storia.