giovedì 12 gennaio 2017

Disco Inferno.

Da qualche giorno è venuto a trovarci il mio amico Giorgio. Il viaggio è cominciato con un ritardo di 6 (SEI) ore del suo volo con la semprepiùmaledetta TACV, per poi proseguire tra black out, nuvole e vento, cani che abbaiano la notte, cani da guardia sui tetti, corse pomeridiane (ti odio!) e seratone di follia tra soli uomini a base di tisane, film e valeriana che Dan Bilzerian scansati che sei un pivello.
Non essendo capace di starsene con le mani in mano e ritenendo che i miei cani avessero un afrore lievemente disturbante, ha dedicato loro un trattamento di bellezza che sono fuggiti come inseguiti dal demonio e da tre giorni non abbiamo più loro notizie.


Da oggi partono i festeggiamenti per il patrono Santo Amaro, ma i festeggiamenti veri!
Non è possibile descrivere ciò di cui sto parlando: la festa attira capoverdiani da tutte le isole, oltre ai vari emigranti che rientrano nell'arcipelago apposta per festeggiare l'evento.
Praticamente Tarrafal diventa, per 3/4 giorni, un luogo dove non c'è più distinzione tra giorno e notte: fiumane di persone in giro per le strade, cibo e bevande ovunque, ubriaconi socievoli e ubriaconi rissosi, gare sportive e attività organizzate dal Comune. E soprattutto musica:  musica dal vivo, musica da discoteca, musica dei concerti, musica dalle macchine, musica dalle case, musica dappertutto e cazzo lasciatemi dormire!
Come accade ovunque in queste occasioni, l'afflusso incontrollato di persone attira anche tanti delinquentucoli, quindi questo potrebbe essere l'ultimo post che scrivo con questo PC.

I capoverdiani sanno divertirsi, questo è fuori di dubbio. E il divertimento qui è sacrosanto, non c'è verso. Per intenderci, giorno 1 di gennaio, che è festivo, cadeva di domenica. Quindi, per recuperarlo, hanno trasformato in festivo anche giorno 2.
Uno dei luoghi di divertimento più classici per un popolo così giovane non poteva che essere la discoteca. Io e Francesco ci siamo sacrificati per poter essere testimoni oculari immolandoci al dovere di cronaca.
La cosa è meno facile di quanto sembri poiché le discoteche qui si riempiono verso le 3 del mattino, sicchè due ex giovani come noi non hanno saputo fare di meglio che andare a dormire e mettere la sveglia alle 2. Che vergogna.

L'unica discoteca attuamente attiva a tarrafal si chiama "Beach Club" ed apre in maniera casuale, con poco preavviso, ma che regala sempre emozioni.
La discoteca è piccola, spoglia e il DJ probabilmente ha l'artite alle mani.
Ma è il fattore umano che fa la differenza.
Bisogna innanzitutto dire che la musica da ballare qui a Capo Verde è molto diversa da quella occidentale, e fin qui nulla di male. Ma soffermiamoci un attimo sulla qualità di questa musica.
Mi sono già dilungato precedentemente su funanà e cochipò, però non mancano altri interessanti pezzi musicali che esprimano al meglio la spensieratezza di questo popolo. Fino a pochi mesi fa, per esempio, si sentiva in maniera assillante un brano il cui ritornello ripeteva "mama gelado". Pensavo che alludesse a qualcuna che mangiasse un gelato e ai conseguenti doppi sensi, invece ero fin troppo ottimista. "Mama gelado" significa "tette cascanti", e poiché il titolo della canzone è "Bedja tem calma" (Vecchia stai calma), le immagini evocate sono davvero raccapriccianti. La canzone era così famosa che è stata adottata come colonna sonora della campagna elettorale di una candidata premier. Increddibilmente, non ha vinto!
Adesso vanno per la maggiore "Txoma Minis" che parla di "Karaka" (pic-nic con gli amici in riva al mare) soffermandosi sul fatto che il frigo sia pieno e che è già tutto pagato. Anche un'altra canzone molto amata parla di cachupa e di mangiare con gli amici. Ma si vede che qui il cibo lo mettono solo nelle canzoni, perché i fisici non rispecchiano affatto questa sorta di appetito atavico.
Il ballo che ci incanta di più si chiama "Senta no pula pula". Il ritornello dice "Senta na pula pula", e invita la ragazza ad accoccolarsi sull'uomo nell'atto sessuale. Le ragazze ballano a forza di squat e dimenano il bacino in maniera ipnotica; sembra quasi una gara a chi è più portata. L'apprezzamento maschile è dimostrato dal fatto che il DJ metta questa canzone 4-5 volte durante ogni serata. Per amor di cronaca avrei potuto postare un video, ma non amo la mercificazione del corpo femminile. Inoltre c'era poca luce e quindi non si vede nulla. Mannaggia.


A Praia i locali sono di un altro livello, com'è normale che sia. Del resto le discoteche di Biella sono ben diverse da quelle di Milano.
Ho già parlato della nostra notte al XPTO, disco pub dove delle veneri mulatte di 1 metro e 85 facevano girare la testa a questi due poveri italiani lontanissimi dagli standard per giocare in NBA.
Un paio di settimane fa siamo andati in una discoteca che si chiama Cockpit insieme al nostro amico Adreas e a Simon, italiano giramondo attualmente di stanza a Tarrafal, e ci siamo divertiti parecchio.
Ci avevano messo in guardia sulle ragazze: "guardate che i bianchi vengono presi d'assedio perché le ragazze adorano gli europei, per la loro bellezza e la loro ricchezza".
Si vede che io quella sera non trasudavo né bellezza né ricchezza perché sono rimasto solo come un cane.
Abbiamo preso un tavolino con bottiglia, perché volevamo stare più a nostro agio, dopodiché abbiamo visto un nostro conoscente al quale ho fatto l'errore di domandare "ma qui un po' di compagnia femminile?". Dopo 2 minuti eravamo circondati da uno stuolo di troione ubriache che l'Ippopotamo, il night di fantozziana memoria, in confronto era una casa di Orsoline.
Abbiamo ballato, ci siamo divertiti, abbiamo finito la nostra bottiglia di Havana Club.
A fine serata una ragazza all'apparenza un po' timida è addirittura venuta a presentarsi sussurrandomi il suo nome all'orecchio. Per inciso, parecchio strano come nome: non ho mai conosciuto nessuna che si chiamasse "cincomil escudos".

Tra poche settimane tronerò in Italia. Grazie ai miei fratelli avrò l'accoglienza che più amo: una bottiglia di Bolgheri e una di Amarone. E una flebo di fisiologica.

giovedì 5 gennaio 2017

2017 a questa latitudine

Buon anno a tutti! Che il 2017 sia prodigo di soddisfazioni, di salute e di ricchezza. L'amore è una coseguenza.

Il mio secondo San Silvestro a Tarrafal è stato per molti versi simile al precedente: lavoro, lavoro e lavoro. Però perlomeno abbiamo tratto qualche lezione dalla festa del 2015/16 e siamo riusciti a migliorare il nostro servizio.
Perché la cosa che lascia basiti delle feste qui é la completa mancanza di controllo. Migliaia di persone per la strada e che hanno come unico apparente obiettivo quello di bere e di scattare selfie.
La tradizione vuole che le donne siano vestite di bianco e ciò, unito alla pelle scura e ai fisici mozzafiato, crea un'alchimia in grado di far perdere la testa a chiunque. Anzi, quasi chiunque. Escluderei quegli asini che sono troppo impegnati a lavorare e a respingere gli assalti della parte maschile della popolazione.
Infatti, mentre le fanciulle si fanno bellissime e si fanno foto a volontà, gli uomini praticano lo sport ufficiale di queste occasioni: si sfondano di grogo.
E una volta ubriachi, molti di loro tentano fastidiosamente di coinvolgerti in conversazioni, in discussioni e in litigi. E qui la questione si fa delicata poiché generalmente parliamo di giovanotti alti, muscolosi e fortissimi. Ma alla fine tutto è andato bene e siamo tornati incolumi ai nostri giacigli verso le 6 di mattina.


Il Natale è trascorso bene e tranquillamente. Si vive il forte contrasto tra la città, con le grandi imprese e la pubblicità natalizia di forte stampo occidentale, e la provincia dove abitiamo, in cui la festa è invece occasione di riunioni di famiglia e di ricongiungimenti dall'estero.
Devo dire che è il primo Natale della mia vita in cui non ricevo nemmeno un regalo e, benché non ci faccia caso più di tanto, comunque é stato un po' strano. In 40 anni e in piena epoca consumistica, ci sono rimasto quasi male!
La notte del 24, dopo il lavoro, io e Francesco abbiamo fatto il giro degli auguri nelle case degli amici che ci avevano invitati. Siamo passati a casa del nostro amico David, assessore al turismo e allo sport di Tarrafal. Entrando in casa, dove siamo stati accolti molto calorosamente, siamo allibiti di fronte al tavolo dei dolci: un buffet di 3/4 metri completamente ricoperto di torte, frutta secca, budini, cioccolata e via discorrendo. Alcune torte saranno state alte 30 cm, veramente da cartoni animati. In casa abbiamo visto non più di 7 persone, che moltiplicate per quel buffet di dolci, da il risultato di 18 fiaschi di insulina.

Abbiamo iniziato ad organizzare con una certa continuità una cosiddetta "cena tra italiani residenti". In pratica 4 gatti più o meno italiofoni che si intrattengono piacevolmente tra pasta e vino. Durante l'ultimo di questi convivi, la nostra amica Rosi, che ha un ciringuito in spiaggia (tanti lo dicono, lei lo ha fatto!), ha raccontato questo fatto a mio avviso raccapricciante. Abitando lei, il suo compagno Giulio, capoverdiano di rara bellezza, e il loro figlioletto Noa (detto Legione) nei pressi di una panetteria, ogni notte vengono svegliati verso le 2 dal profumo del pane appena sfornato. Ne consegue che ogni notte lei costringa il povero Giulio ad alzarsi, uscire di casa ed andare a comprarle il pane, sostenendo che questo è normalissimo in una coppia. Ora, ringraziando ogni minuto il Signore che mi preserva single, ma io dico: è una cosa normale? Per completezza di informazioni, la ragazza non è incinta. 

Ho fatto il biglietto per il rientro in Italia che, come nella migliore tradizione, è gia stato cambiato, posticipato di un giorno e dovrò far scalo in Guinea Bissau e a Casablanca. Ci manca che mi facciano sorvolare lo spazio aereo dell'Ukraina e che la destinazione finale cambi in Cracovia con trasferimento a Malpensa in bus. Ma sono fiducioso, ho ancora qualche settimana perché acccada...