A 4 giorni dai tragici e dolorosi avvenimenti di Parigi, mi
sento di scrivere qualche riflessione ispiratami soprattutto dai social, che in queste occasioni
diventano espressione dell’opinione pubblica. E quindi, come un’antica piazza
del mercato, ci si trova di tutto: dall’arrabbiato al polemico, dal
complottista al sobillatore. Si leggono pochi moderati, ma non perché non ne
esistano, anzi! Probabilmente perché essi si astengono dallo scrivere in preda
alle emozioni. E le reazioni delle persone, in questi casi, sono interessanti e tutt’altro che
secondarie poiché ritengo che un atto orribile come
quello dei giorni scorsi sia stato concepito e realizzato proprio per provocare
reazioni.
Mi hanno colpito, tra tutte le cose che ho letto in questi
giorni, i diversi punti di vista; ma tre spunti in particolare mi danno da
riflettere e su questi continuerò a ragionare perché credo che, benché la situazione sia
molto più complessa di quanto io possa capire, forse potrei trovarci qualche
chiave di lettura.
Il primo spunto viene da un blog che non so citare
correttamente poiché purtroppo mi sfugge il riferimento. Parafrasando, poneva più o meno
questa domanda: “chissà quanto e cosa hanno perso i terroristi nel loro paese per scegliere di andare a morire facendosi saltare in aria a migliaia di chilometri da casa?”.
Riflessione che voglio collegare ai numerosi proclami di tutti quelli che scrivono,
o stanno scrivendo, sui social: “bisogna ucciderli tutti”, “dobbiamo tirare una
bomba atomica sull’ISIS”, “bisogna radere al suolo l’Islam”.
Ecco, secondo me si tratta dello stesso, identico
sentimento: rabbia per un sopruso subito, per un’ingiustizia troppo forte da poter essere tollerata, voglia di vendetta. L’unica differenza è che nel secondo
caso, fortunatamente, non c’è sufficiente disperazione, non si è stati colpiti
personalmente, si tratta di rabbia espressa tra un piatto di pastasciutta e un
PC. Mentre gli esecutori dell’orrore parigino probabilmente avevano già perso
tutto.
Il secondo spunto me l’ha dato un’altra frase che ho letto in questi giorni e
che non so citare perfettamente, ma che diceva più o meno: “dopo la prima guerra mondiale,
tra i vinti coloro che soffrivano di più erano i poveracci, mentre tra i
vincitori egualmente erano i poveracci a soffrire”.
A Parigi sono morti degli innocenti, dei poveracci, persone
che si stavano godendo il venerdì sera in una città bellissima nella quale le
loro vite dovevano essere al sicuro. Quasi sicuramente nessuno di loro ha mai
sparato un colpo di arma da fuoco contro un’altra persona, né lanciato un
missile, né effettuato un bombardamento. Non meritavano di morire in questo
modo.
Ed parimente, in troppi luoghi altri innocenti muoiono allo stesso
modo, senza lo stesso clamore mediatico, senza provocarci sgomento perché sono
lontani, senza farci paura perché tanto "sono bestie". Ma loro, egualmente, non
meritano di morire in questo modo.
Sono tutti loro i poveracci. I parigini, i siriani, i keniani,
i nigeriani. E tutti coloro che sono stati e che saranno il dazio da pagare
alla gente che prende decisioni e che dispensa morte, ma che per la strada gira
con la scorta. Sentite Gigi Proietti che recita Trilussa.
In questo momento Hollande, da SkyTG24, sta dichiarando
guerra. Per chi se ne stesse rallegrando, voglio ricordare che nella storia non
è mai esistita una sola guerra che abbia fatto danni ad uno solo dei
contendenti. Ma tanto, finché in guerra ci vanno gli altri...
Ultima riflessione, quella che mi provoca più rabbia
personale, è la qualità della classe politica Italiana.
Domenica ho parlato col mio amico Enrico che vive a Parigi con la famiglia;
dopo essermi accertato che stessero bene, la mia voglia di comprendere mi ha
portato a chiedergli: “ma anche in Francia sta montando l’odio verso gli
islamici?”. Mi ha risposto di no, che quello che gli ho chiesto era
inconcepibile in un Paese come la Francia, il cui tessuto è veramente
socialista e dove l’integrazione è reale e gran parte dei cittadini è di
origine straniera. Non immigrati: cittadini! E che in momenti del genere anche
politici come Le Pen si guarderebbero bene dal fare proclami razzisti.
L’Italia invece, che ha sempre scimmiottato la Francia a
partire dalla bandiera, continuando poi con un modello nazionale che copia “la
République”, imitandone la laicità ma rimanendo cattolica, imitandone l’apertura
sociale ma rimanendo “romana” (parlo di nepotismo, raccomandazioni,
conoscenze). L’iItalia, dicevo, non ha questa fortuna. L’Italia ha statisti di
ben altro spessore. Due esempi su tutti: Matteo Salvini e Maurizio Gasparri.
Matteo Salvini è una persona piccola, meschina e
calcolatrice, che ha capito molto bene come si muove la macchina della politica
italiana. Salvini ha deciso di raccogliere voti sfruttando e alimentando l’odio
e la paura che i suoi elettori provano nei confronti del diverso che, nella
storia italiana, una volta era il vicino, poi l’abitante dell’altro quartiere,
poi il cittadino del paese vicino, poi il terrone e, adesso che gli orizzonti
sono più ampi, lo straniero, lo zingaro, l’africano. Mi sono sempre immaginato il
seguace salviniano in canottiera, impegnato a guardare la TV mangiando
pastasciutta e biascicando insulti contro le notizie di cronaca, ben chiuso in
casa, al sicuro nel suo mondo di certezze, impaurito da chi queste
certezze cercava di intaccarle. Purtroppo non è così, o, perlomeno, non lo è più; e temo che se
andassimo ora alle elezioni, la Lega risulterebbe il terzo partito in Italia. Io non
so nemmeno se Salvini sia veramente razzista; ma non esserlo non sarebbe un’attenuante,
anzi, lo renderebbe ancora più cinico e viscido. Chissà se si ricorda, Salvini,
che degli ultimi 20 anni la Lega ne ha passati al governo almeno la metà e che
l’unica legge per contenere l’immigrazione che sono riusciti a produrre quelli
come lui è stata la Bossi-Fini, una schifezza che come si può vedere non ha
funzionato, ma che tante difficoltà ha creato agli italiani che lavoravano all’estero.
Maurizio Gasparri è Senatore della Repubblica. Nessuno, come
lui, ha beneficiato del “Porcellum”, perché senza le liste bloccate credo che
non avrebbe raccolto nemmeno i voti dei parenti. Gasparri passa il tempo ad
insultare i cittadini della Repubblica per la quale ha giurato; e lo fa
metodicamente, uno per uno, sui Social. E questi insulti sono la più alta
espressione del suo pensiero; quando parla seriamente, è molto, molto peggio. Non
male per un Senatore; ma forse è quello che ci meritiamo.
Non vorrei che nelle righe che ho scritto qualcuno leggesse
una mia assoluzione nei confronti dei terroristi. Non è così. Io li odio. Li
considero la merda dell’umanità.
Ma letteralmente: in questa umanità che pensa solo a
mangiare sempre di più, un metabolismo malato defeca male, defeca marcio. E
questa è la merda che produce.
E, nel ricordare che tutto quanto scritto sopra non è “verità
assoluta”, ma solo opinioni mie, penso che forse forse, ad esportare troppa
democrazia, ad un certo punto arrivi il dazio da pagare.
Ps. Noto che i profili facebook dei miei amici capoverdiani non riportano il tricolore francese, bensì i colori del Kenya o delle Nigeria. Al mondo è veramente tutto, ma proprio tutto, relativo.