mercoledì 10 maggio 2017

Visita a Provenzano

Tarrafal è un minuscolo paesino infilato proprio in fondo in fondo ad una piccola isola del già sperduto arcipelago di Capo Verde (slogan nazionale: Cabo Verde No Stress). Il nostro caro amico Andreas ha deciso però che Tarrafal è troppo mondana e caotica e che quindi aveva bisogno di un ritiro rigenerante nel mezzo del massiccio della Serra Malagueta, in fondo ad una delle tante valli che attraversano le montagne e che solo in alcuni periodi dell'anno sono attraversate da torrenti tumultuosi che si originano nella stagione delle piogge.
La località scelta è Lagoa, 20/25 case sparse, 10 abitanti. Per raggiungerla, da Tarrafal, 15 minuti di macchina e un'oretta di cammino. "Un'oretta"! Con questa espressione leggera, con questo vezzeggiativo, il buon Andreas ha buttato lì la sua trappola infernale; e sicuramente se la rideva sotto i baffi quando l'ingenuo topo Luigi c'è cascato con scarpe e tutto, proponendo a Francesco: "Andiamo a trovarlo un giorno?".
Mi si fosse seccata la lingua!


Andreas ci aspettava sul bordo della strada, vestito da suonatore di corno alpino; ci ha salutati e ci ha indicato vagamente la direzione da prendere, laggiù, tra le montagne.
Ora, benché io viva a Biella, non ho mai amato particolarmente la montagna. Lei lo sa, e ricambia abbondantemente. Infatti mentre Andreas scendeva con elvetica sicurezza e Francesco zompettava leggiadro da atleta qual è, io ho iniziato dopo pochi minuti a sbuffare come un'orca arenata sulla battigia. Perché, cari voi, la discesa non è affatto facile. Tra pietre, pietroni, terriccio friabile, roccia franabile perché frana non è che fria, mantenere l'equilibrio e l'integrità delle caviglie è un'impresa. Mentre scendevo, riflettevo su come la natura non faccia nulla a caso e abbia dotato tutti gli animali di montagna di quattro zampe, per questioni di equilibrio: per esempio i cervi, o i cinghiali o comunque gli altri ungulati.
Curioso come, più andavo avanti, più mi sentivo anch'io un po' ungulato dagli eventi.



Per non farmi mancare nulla, mi sono concesso anche una ricca derapata partita dai piedi e conclusasi sul culo. Nonostante il fiato corto per lo sforzo, credo di non essermi dimenticato nemmeno un Santo... al limite, avrei rimediato al ritorno.



In fondo alla "ribeira" (valle), il paradiso terrestre. Acqua sorgiva, banani, alberi di fico, di manghi, di papaia, canne da zucchero e molto altro. Ci siamo rinfrescati alla sorgente e abbiamo proseguito verso Lagoa dove ci attendevano tre turisti tedeschi accompagnati dal nostro amico Model, nonché la coppia dei padroni di casa, Bumba e Fatima. Sono costoro due sessantenni che ne dimostrano fisicamente non più di quaranta (...), gentili, sorridenti e con un approccio alla vita quotidiana di chi conosce il valore del tempo senza esserne schiavo.
Quello che mi ha colpito, entrando in casa loro, è stata l'incredibile esposizione di Santi e Madonne alla pareti, pareva quasi che li avessi convocati. Un fucile, appoggiato con disinvoltura in un angolo, mi ha dissuaso dall'approfondire l'argomento religioso.
Bumba e Fatima ci hanno accolti con una ricca colazione, e meno male! perché finalmente cominciavo a condividere il tratto caratteristico di un animale di montagna: la fame del lupo!
Cuscus con latte, banane appena colte, fragole idem, frittelle fatte in casa, caffè e te.
Wow. Semplicemente wow.



Un po' riappacificato con l'universo, ho seguito Andreas che ha mostrato a tutti noi il suo eremo: una ex stalla di pochi metri quadri, dotata di uno stanzino con un letto spartanissimo, acqua per lavarsi in un barile, due libri, due lampade, una candela. Fantastico.
Io e Francesco, italiani fino in fondo e orgogliosi di far conoscere anche all'estero le buone abitudini della nostra terra, abbiamo raccontato a tutti come in luoghi del genere da noi di solito si nascondano i latitanti. Da oggi per noi Andreas sarà "Binnu".



Scherzi a parte, ci sono tutti i fattori giusti per organizzare un turismo rurale rilassante e fuori dagli schemi, anzi, come si diceva ieri, fuori dal mondo. Se poi Bumba porterà avanti il progetto di costruire una piscina di acqua sorgiva, si parlerà davvero dell'Eden.
Abbiamo pranzato con un piatto tipico del posto, composto da polenta, carne e fagioli; ho trovato tutto incredibilmente buono, ma per onestà va detto che con la fame che avevo avrei mangiato pure le pietre.
Bumba intanto ci spiegava che il fucile gli serve per sparare alle scimmie che gli devastano i raccolti; ha anche aggiunto che volendo, la prossima volta ci fa trovare scimmia arrosto. Io sono un po' dubbioso, mi sembrerebbe quasi di mangiare un mio cugino. E non lo dico in quanto primate, ma proprio perché ho un cugino ventenne che somiglia ad un babbuino!

Dopo pranzo ci siamo congedati perché la semifinale di Champions incombeva.
La discesa è stata difficile; la salita molto più facile, ma molto più dura. In alcuni tratti sembrava veramente di risalire Monte Fato.
Ah, se la distruzione dell'Anello fosse dipesa da me e dalla mia propensione alle arrampicate, di sicuro avremmo Sauron Presidente del Consiglio e i Nazgul come Ministri. Agli Interni, sempre Alfano, credo.
Intanto oggi cammino come un ungulato.