martedì 9 febbraio 2016

Cose di famiglia.

Ieri una mia amica mi ha detto: "Oggi vado ad un matrimonio".
Fingendo che la cosa mi interessasse, le ho chiesto "Chi si sposa?".
Mi ha risposto: "La sorella di mia sorella":
Una frase del genere, che può lasciar perplesso un sempliciotto come me, esprime appieno le differenze che intercorrono tra il concetto capoverdiano di famiglia e quello italiano, senza entrare nel merito del concetto di famiglia tradizionale tanto discusso in queste ultime settimane.
Significa semplicemente che ha una sorella con la quale ha in comune la mamma, che a sua volta ha in comune il padre con altre sorelle e fratelli, tra cui la novella sposa.
Qui è tutta una famiglia! La mia amica Vera, pochi giorni fa, mi ha presentato una sua sorellastra (che brutto termine!), che ha conosciuto da poco, poiché suo papà, mentre sua mamma era in attesa di lei, ha ben pensato di mettere nella stessa condizione un'altra donna.

Qui è una cosa all'ordine del giorno, nessuno si scandalizza.
Uomini con decine di figli da donne diverse; genitori che partono in cerca di fortuna verso altri paesi e che lasciano i propri bambini a nonni o zii; ménage in cui lo stesso uomo vive con 4 donne da cui ha avuto una dozzina di pargoli.
Nessuno ci fa caso, è tutto normale!
Tanto ci rimettono le donne, che con una incredibile frequenza (ma incredibile davvero!!!), vengono lasciate dai loro uomini quando sono incinte e che cresceranno le creature da sole, supportate dalle nonne (nelle stesse condizioni) e dal resto della numerosa, vociante, disordinata famiglia! In tutto questo, il futuro papà aggiunge vigliaccheria a vigliaccheria e non si degna minimamente di aiutare la madre del suo rampollo dal lato economico.
Mancano leggi, dicono. Ma manca anche un certo tipo di cultura.
Fa effetto pensare che qui i preservativi e la pillola anticoncezionale sono assolutamente gratuiti. Ma non per niente, la popolazione capoverdiana è tra le più giovani sul pianeta, col 75% degli abitanti al di sotto dei 25 anni.
In Italia, dove fare un figlio significa spesso mettersi un capestro al collo, nella civilissima Italia dicevo, le leggi sono talmente ben fatte che non figliamo più; siamo attualmente tra i 3 paesi più vecchi al mondo e, quando ci dicono che le prossime generazioni saranno meticce, ci inalberiamo davanti alla televisione e inneggiamo ad un razzismo che, grazie al cielo, non ci appartiene!

Qui sono giorni di Carnevale; questa ricorrenza viene festeggiata praticando lo sport più diffuso da queste parti: il coma etilico!
Sono tutti in giro, bevono, ridono, scherzano, amoreggiano, si appartano e via come sopra!
L'unico che si astiene sono io, incarcerato in questo ristorante che in confronto il Campo di Concentramento di Tarrafal gli spiccia casa. Però sto avendo anche le mie soddisfazioni. Il peso medio dell'abitante del luogo sta aumentando!


Dopo l'ultimo post, diverse persone, la maggior parte sconosciute, mi hanno scritto per chiedermi consiglio su come cambiare vita.
Sono un po' in difficoltà nel rispondere, per una serie di motivi legati alle variabili delle differenti situazioni. Al limite posso raccontare la mia esperienza, ma la realtà è che non esistono due casi uguali! Dedicherò il prossimo post a questo.

Ora vado in discoteca. Non sia mai detto che tra una decina di anni, il turista che venisse da queste parti non debba incontrare una dozzina di pargoli urlanti, bianchicci e con la pancetta.
Il cui padre però non sarà fugguto

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