martedì 8 marzo 2016

Vota Antonio La Trippa!

A Capo Verde è tempo di campagna elettorale, in vista delle elezioni politiche di giorno 20 marzo che andranno a stabilire chi sarà il nuovo primo ministro e, di conseguenza, la politica del paese per i prossimi anni.
Devo star molto attento nel parlare in maniera critica di un'altra democrazia o della sua classe politica; rischierei di dimenticarmi che arrivo dalla repubblica delle banane, dove l'attuale sistema elettorale, se non sbaglio, è la flatulenza bi-intestinale con peto di maggioranza. Ma tant'è, qualcosa dovrò pur scrivere.

Una piccola premessa per capirci. Il sistema capoverdiano è basato sul bi-partitismo (salvo risibili eccezioni), con il PAICV, centrodestra al governo, e il MPD, sinistra attualmente all'opposizione ma molto forte e sentita in alcuni distretti, come per esempio Tarrafal, dove vince le amministrative ininterrottamente da molti anni.
Corollario immancabile di questo sistema è composto dalle varie polemiche, dalle accuse, dal rimbalzarsi di responsabilità, dal nepotismo e dal clientelarismo che ogni repubblica che si rispetti usa come lubrificante per la propria macchina politica fin dai tempi dell'antica Roma.
Più in generale, posso affermare con ragionevole certezza che il capoverdiano medio non è affatto soddisfatto della gestione della cosa pubblica, sia a livello locale, che a livello nazionale.


La campagna elettorale lascia stupefatto un povero ed ingenuo europeo come me. Dal giorno di apertura ufficiale, che si celebra con varie feste organizzate dai partiti, pare di assistere ad un mix tra un carnevale e una manifestazione sportiva in cui i sostenitori sono gli ultrà del partito. Gruppi di giovani con le maglie del colore del proprio partito (giallo per il PAICV, rosso - ovviamente - per l'MPD), sfilano, manifestano, ballano, fanno casino.
Auto con casse e megafoni percorrono le strade martellando incessantemente i poveri timpani dei malcapitati che si trovano nei paraggi. Intere carovane di minivan vengono noleggiate, riempite di "supporters", addobbate con bandiere e locandine e fatte sfilare tra i vari paesi. Insomma, sembra la famosa gara a chi ce l'ha più duro, a voler dimostrare chi è più forte. Forse sperando che gli indecisi si accodino al gregge che gli sembra più pasciuto.
Anche perché, a ben guardare i diversi programmi elettorali, tutte queste differenze non si vedono: sviluppo, lavoro per i giovani, aumento del salario minimo. Insomma, promettono di fare, prossimamente e in cambio del voto, quello che finora avevano la facoltà di fare e che non hanno fatto. Inquietanti analogie con la mia terra natia, mi pare!
La parte comica è rappresentata dai giovani ai quali chiedi. "Chi voterai?" - "Io sono MPD" - "E perché?" - "Non lo so!".
Però sono prontissimi, appena gli avversari si distraggono, a strappare i manifesti della concorrenza, distruggerne le bandiere, fare dispettucci.

Cambiando argomento, se servisse mai qualche motivo in più per fare una capatina a Capo Verde, basta cliccare qui. E il carro di buoi esce sconfitto 10 a 0!

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