domenica 1 novembre 2015

Cosa mi manca dell'Italia.

La domanda classica che viene posta a chi si trasferisce all'estero è: "cosa ti manca del tuo paese?".
Non so bene se funzioni così ovunque, ma, per la mia esperienza, in Italia è un po' una costante; in particolare, da popolo di mangiatori quali siamo, le domande vertono molto sugli aspetti eno-gastronomici del paese di destinazione; paese che, più è esotico, più ovviamente suscita curiosità.



Cosa mi manca dell'Italia? Avrei dovuto (e voluto) scrivere questo post prima di rientrare a casa, dove mi trovo in questo momento; ma una serie di eventi e di circostanze avverse non mi hanno permesso di tener fede ai miei propositi. Sarebbe stato il momento migliore per riflettere sull'argomento, in quanto dopo sei mesi di permanenza continua all'estero avevo raggiunto il picco massimo della nostalgia (se nostalgia si può chiamare).
Adesso però sto scrivendo nella pausa post-pradiale dopo che mia mamma mi ha cucinato il PIL del Belgio, e tutte le cibarie che mi apparivano in sogno e che non vedevo l'ora di riassaggiare, ora le vedo come sfocate nelle nebbiose terre della sazietà!

Cosa mi manca quindi? La pasta? No, la pasta c'è, c'è ovunque. Il caffè? No, il caffè capoverdiano è molto, molto buono. Gli amici e la famiglia. Sì, molto. Ma è anche vero che qui la loro vita scorre con ritmi diversi e paralleli rispetto ai miei e che quando torno non riesco mai a godermeli come vorrei.
La televisione Italiana? Per carità, no! Il mio primo giorno in Italia mi sono dovuto sorbire un intero TG5 e ho scoperto che c'è ancora il Grande Fratello. Io pur di non dovermi sorbire un solo minuto di RAI o di Mediaset, continuo a pagare Sky anche quando sono via... Quindi no, la TV decisamente no. Anzi, non gliela perdonerò mai, ai Maya, di avermi illuso qualche anno fa!
Mi mancava molto Deejay Chiama Italia, ma con la App di Deejay e con l'ora legale, me l'ascolto anche a Capo Verde senza problemi.
I cocktail nei bar? Sì, anzi, più che altro la possibilità di berli! Così come apprezzo il fatto che vado al supermercato e trovo di tutto, mentre a Tarrafal una spesa completa richiede tempo, energia e molta pazienza nel reperire ciò che mi serve.
Mi manca abbastanza parlare la mia lingua, mi mancano i Simpson, mi mancano il mio letto e il mio appartamento comodissimo.
Mi mancano alcune cosine buone da mangiare, e, poiché il Piemonte da il meglio di sé in autunno, con funghi, castagne, vino, polenta e risotti, sono capitato a fagiuolo. Sto già facendo nuovi buchi alla cintura.

Ma posso anche sfruttare il ritardo col quale scrivo questo post per integrarlo con "ciò che non mi manca".
E, a costo di andare sul banale e sul retorico, si tratta sempre delle solite cose di noi italiani.
Non mi manca il fatto che non ci si rivolga il saluto, che ci si prenda troppo sul serio, che in macchina ci si trasformi e si diventi idioti aggressivi.
Detesto i telegiornali e lo sciacallaggio che fanno, nascondendo, dietro al diritto di cronaca, una becera ricerca di ascolti.
Non mi mancano la politica, la pioggia, la musica italiana.

E ora basta perché poi mi intristisco, quando in realtà sono in ferie.
Quando mi chiedono com'è l'Italia, rispondo sempre: "è il paese più bello del mondo, ma ha un unico difetto: è pieno di italiani!"
Stasera mi sparerò tre spriz. E non se ne parla più!

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