domenica 22 maggio 2016

La fine della civiltà.

La domenica può essere un'occasione di svago qui a Tarrafal: portare la famiglia al mare, pranzare insieme magari grigliando, bersi una birra con gli amici.
Purtroppo non tutti possono economicamente permettersi un programma del genere e i meno abbienti ripiegano su soluzioni alternative. Gli abitanti della "casa occupata" sita di fronte alla mia, per esempio, hanno ormai un format rodato: qualcuno mette musica a palla dalla mattina presto (Adele e altri cantanti strappamutande spopolano), e poi tutti si trasferiscono nello spiazzo antistante dove bevono grogo, giocano a pallone, bevono grogo, mangiano, fanno giocare i bambini, bevono grogo, urlano e litigano e per finire bevono grogo fino a notte.
Questo per dire che a casa mia di domenica non si riposa un cazzo.


Nell'anno e mezzo che ho trascorso qui, e in particolare da quando ho aperto il ristorante, ho avuto una posizione privilegiata per osservare un altro aspetto culturale dei criouli e paragonarlo a ciò a cui ero abituato. In pratica: che cosa bevono i capoverdiani?
Ammetto che la mia prima preoccupazione circa l'argomento bevande riguardava piuttosto i turisti nord-europei; veder mangiare un bel filetto di tonno grigliato o una bisteccona bevendoci su del cappuccino avrebbe scosso dalle fondamenta tutto ciò in cui credo. Ma ho notato che in realtà questi ex-barbari si sono ormai civilizzati, anzi, in un ristorante italiano pretendono il bicchiere di vino buono così come il caffè espresso o la grappa.
I capoverdiani invece no.
Innanzitutto loro molto spesso cominciano il pasto senza ordinare bevande; iniziano a mangiare e poi solo dopo qualche boccone chiedono da bere. E, mioddioddioddio, cosa chiedono!
Devo sottolineare che qui come in altri luoghi africani in cui sono stato, vanno per la maggiore bevande dolcissime che qui chiamano "sumo", cioè succo! Solo che specificano tra sumo con gas (Coca Cola, Fanta, Sprite e la famigerata Fanta alla fragola, più altre zozzierie all'uva o al mirtillo) e sumo senza gas, i succhi di frutta in bottiglietta come i nostri.
E qui si compie l'abominio, l'aberrazione, la discesa negli inferi del gusto. Se dovessi dire quale è la bevanda più bevuta come accompagnamento ai pasti, direi che è il succo di frutta alla pera. Un accostamento che in confronto Oscar Giannino sembra Enzo Miccio!
Cioè, il succo di pera!!! Per me non potrebbe accompagnare nemmeno un piatto di topo fritto! Ma de gustibus non est di sputare!
Qui vendono anche un'altra bevanda analcolica chiamata "malta", aromatizzata col malto e praticamente priva di calorie; anche questa si vende bene, probabilmente per il suo sapore dolciastro. A me non piace, vista l'assenza di alcol. E di calorie.
Di birre ce ne sono praticamente due: una nazionale, che si chiama Strela, piuttosto classica e anonima, ma facile da bere e che esiste in altre due versioni, la Criolua e la Preta. L'altra è la portoghese Superbock, che, appena appena si scalda un po', diventa a mio avviso imbevibile. Ovviamente tutti i turisti stranieri bevono la prima, mentre tutti i ragazzi locali la seconda, secondo le strane alchimie che ogni cultura produce.
Acque in bottiglia di tre marche, quella gasata bevuta solo da stranieri.
I vini: qui esiste una produzione di vino nell'isola di Fogo, della quale ho già scritto in precedenza. Il bianco, servito ben fresco, è piacevole da bere e sa di vino bianco; in pratica, assolve pienamente al suo compito. Il rosso invece è un po' più dimenticabile, ma ricordandomi dove ci troviamo direi che è comunque un prodotto più che sufficiente.

La nostra squadra, la Varandinha, ha vinto il contro ricorso e abbiamo avuto accesso alle fasi a girone delle finali nazionali. Io e Francesco siamo apparsi anche in televisione e, contro ogni ragionevole previsione, non nella sezione cronaca nera,
Avanti così!


P.S. Oggi ho visto una scimmia mangiare un chupa-chupa. Così, per rendervi partecipi.

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