venerdì 19 giugno 2015

due-punto-zero

Qualche giorno fa mi trovavo in un bar a bere un caffè con un amico capoverdiano quando la radio, una delle poche che trasmettono anche brani internazionali, manda Nek con "Lascia che io sia" in versione spagnola. Poiché si stava parlando di musica, dico al mio amico:
"Per esempio, Nenè, questo cantante è italiano"
Mi risponde: "No, si chiama Nek ed è colombiano"
Ed io "No, davvero, è emiliano"
E Nenè "Non si chiama Emiliano, si chiama Nek, lo stanno dicendo proprio adesso".
E mentre lo speaker gli dava ragione, non ho trovato le parole per replicare.


Rispetto a qualche anno fa, andar via di casa ha ben altro sapore. I mezzi tecnologici hanno davvero accorciato le distanze, per usare un'espressione trita e ritrita.
Vedo per esempio mia mamma con una certa costanza su Skype sicché quando ci si rivede di persona, non sembra nemmeno di esser stati divisi così a lungo. E tutte le sere, con mio fratello e mia sorella nel nostro gruppo di Whatsapp, ci scambiamo la buonanotte con conversazioni in copia-incolla dal giorno precedente.
Sempre su Whatsapp ho commentato in tempo reale con un gruppo di amici, come se fossimo sul medesimo divano, la recente disfatta della Juventus in Champions League. E tramite Facebook, per la medesima occasione, mi sono preso più insulti di quanti ne avrei beccati stuzzicando Sgarbi in diretta TV.
Beh, pochi anni fa (pochi???) non era così.
Nel 1999, quando ero a Zanzibar, mio papà ha avuto la malaugurata idea di mandarmi via fax la pagina di un quotidiano riportante una notizia che mi interessava. Venti minuti e ventiquattromila lire dopo, mi arrivava un foglio completamente nero ed illeggibile; non ho mai avuto il cuore di dirglielo!
Partire per la stagione significava tagliare i ponti per mesi, senza praticamente sentire nessuno (i cellulari non erano ancora in auge), e senza condividere quello che facevi per mesi e mesi. Al limite, carta, penna e francobolli... E considerando la qualità di ciò che si condivide adesso, non era poi  tanto male!
Oggi è davvero tutto immediato. Ho saputo di un lutto al mio paese prima dei miei amici che ci vivono ed oggi ho praticamente partecipato in tempo reale, con foto e messaggi, al matrimonio di Elisa e Damiano (che sarebbero stati felici di avermi con loro, ma che hanno con la mia assenza risparmiato un millino di euro di alcolici!).

L'altra notte, svegliatomi per andare in bagno, mi sono accorto con sorpresa che mi avevano montato il bidet, a mia insaputa. Riscossomi un po' dal sonno, notavo sconcertato il colore rossastro del sanitario, nonché le lunghe antenne e le zampe mobili e vivaci. Ho chiesto scusa per non aver bussato e sono andato nell'altro bagno. Non sapevo di avere Samsa come coinquilino. Quando lo rivedrò gli chiederò la sua parte di affitto.

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