martedì 2 giugno 2015

Fine settimana creolo.

Qui a Capo Verde si è appena concluso un week end lungo, composto da sabato-domenica-lunedì, perché ieri era la festa nazionale dell'infanzia. Di conseguenza, centinaia di persone si sono riversate a Tarrafal da Praia, la capitale, per sfuggire dalla calura e per trascorrere un fin de semana di mare, con la famiglia, sulla spiaggia più bella dell'isola. C'è stata parecchia animazione: un assaggio di quello che succederà d'estate, quando da tutto il mondo rientreranno gli "emigranti" per le ferie.

Da Praia sono anche arrivati cinque amici miei e di Andreas, che sono stati nostri ospiti in questi giorni. Ne abbiamo approfittato per uno "scambio culturale" confrontandoci sulle molte differenze tra la quotidianità capoverdiana e quella europea.
Abbiamo quindi deciso di passare il sabato all'europea e la domenica alla creola.
Non mi dilungo nel raccontare le varie diversità nel modo di trascorrere le feste, anche perché in realtà non sono così accentuate come pensavo. Stare in famiglia, grandi mangiate, qualche scampagnata, giocare con i bambini: le tradizioni locali ben si adattano al mio retaggio meridionale. Anche il fatto di non capire bene la lingua, ma questa è un'altra questione.
Il cibo, ovviamente fa la differenza.

Sabato abbiamo fatto colazione all'europea: caffelatte, biscotti, pane tostato, succo di frutta, uova, marmellata, frutta fresca. Colazione che si potrebbe definire "continentale", e che qui è stata apprezzata, in quanto già conosciuta e sperimentata.
Diversamente è andata per il pranzo. Mi sono sbizzarrito in una versione locale di "fusilli ai quattro formaggi": nonostante la difficoltà nel reperire i prodotti caseari adatti (formaggio giallo olandese, formaggio bianco di Fogo e l'ultimo pezzo di Parmigiano che mi aveva fedelmente seguito dall'Italia), nonché la pasta giusta (sulla confezione c'era scritto "Fussili"), devo dire che il risultato è stato più che dignitoso. Anche Andreas ha gradito. Gli amici del luogo, invece, dopo due forchettate hanno iniziato ad accampare scuse a proposito di una improvvisa quanto inattesa sazietà... ma io sono scaltro e non ci sono cascato! Semplicemente, non gli è piaciuta la mia pasta.
Cena in campo neutro: pizzeria, sempre gradita, e poi a letto dopo una giornata all'insegna dei carboidrati che nemmeno Giorgione Orto e Cucina!

Domenica: colazione al mercato, dove diversi "chioschetti" cucinano fin dall'alba. Specialità Sopa, una sorta di minestrone con carne, in questo caso bovina, dentro la quale è stata cotta della pasta fino a renderla ultra-scotta. Ovviamente, da insaporire con olio piccante. Ancora più ovviamente, da accompagnare con la birra. Il mio fegato ha iniziato quindi a ringraziarmi già alle 9 di mattina.


A pranzo cucina casalinga. Fette di costolette di maiale dapprima insaporite con un pesto di aglio, prezzemolo, peperoncino e non so che altro (credo zampa di drago, ma non sono sicuro), poi cotte in pentola con pomodoro e cipolla. Quando pensavo che fosse pronto, anziché esser servite in tavola, le costolette sono state passate nell'uovo, nel pan grattato, fritte e poi accompagnate da uovo (fritto) e patatine (fritte). Il mio fegato ha chiesto asilo politico in Angola.
Alla fine delle operazioni, i muri della cucina erano talmente impregnati di olio che ci si vedeva attraverso. Purtroppo avevo anche le lenzuola stese, e la notte seguente ho sognato di dormire dentro un cassonetto di Burger King.
La sera, per riappacificarci con il mondo, cena di pesce; non me la sono sentita di aggiungerci altro.


Alla fine è stato un bel fine settimana, che abbiamo concluso ieri portando, per la festa, caramelle ai bambini negli asili. Ho chiesto alla maestra "ne avete tanti?", mi ha risposto "Oggi no, solo 135!".
Mi sono un po' preso male, ma poi mi sono sciolto quando una bimba piccolissima è venuta verso di me con le mani alzate per abbracciarmi. Ho provato un'emozione fortissima, anche se solo per pochi secondi: il tempo di accorgermi che voleva, tenera, solo pulirsi le mani appiccicose di caramella sulla mia maglietta.


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