mercoledì 9 settembre 2015

Basta poco.

Un paio di mesi fa ho lanciato un appello su Facebook: invitavo i miei contatti a disfarsi dei loro vestiti dismessi, degli zaini usati, delle scarpe inutilizzate, inviandomele tramite degli amici che sarebbero venuti a trovarmi e che avrebbero quindi fatto da corrieri.
L'adesione è stata superiore a ogni mia immaginazione.
Mi hanno risposto in più di cento, chiedendo informazioni, organizzando raccolte e spedizioni. L'unico problema che abbiamo incontrato è stato gestire l'eccessiva quantità di materiale spedito, tant'è che ho dovuto chiedere a molte persone di non mandarci nulla in quanto sarebbe rimasto in Italia. E non c'erano strade alternative: spedire pacchi dall'Italia, oltre ad essere incredibilmente caro (sui 200€ pare), non da nessuna garanzia di ricezione!
I vari amici che sono venuti a trovarmi, mio fratello Vincenzo, e poi Beppe, Serena, Angelo, Stefania, Enrico e Tecla, hanno sacrificato la quasi totalità del proprio bagaglio a questa causa, ma i limiti di peso in aereo sono rigidi, sicché al momento non si è potuto fare di più. Ma resta la forte, confortante prova che noi italiani siamo un popolo di cuore, e che, più in generale, al mondo ci sono tante brave persone.

Ma qui cosa abbiamo fatto di tutta questa roba?
La premessa era questa: la quasi totalità delle persone che ci hanno aiutati, l'hanno fatto sottolineando che "lo facciamo perché ci sei tu!". Che tradotto vuol dire che molta gente ha voglia di fare e di aiutare, ma ci crediamo poco delle associazioni e abbiamo più fiducia di una persona in loco che se ne occupi direttamente.
Esistono centinaia di associazioni serie in cui lavorano volontari veramente ammirevoli; ma poi arriva gentaglia come Edoardo Costa, che semina dubbio e diffidenza e nella catena della beneficenza ci rimettono tutti.
Io, personalmente, con le persone che mi hanno portato gli aiuti e con alcuni amici locali, mi sono incaricato di identificare le situazioni di bisogno e di effettuare io stesso la consegna.
Ho ritenuto importante aver con me dei testimoni perché mi ero dato come punto fermo quello di non scattare foto, per non ferire la dignità delle persone che andavamo ad aiutare; ma alcune situazioni di gioia, di stupore o addirittura di euforia, specialmente da parte dei bambini, abbiamo voluto immortalarle.
Posso dire che quindi, nel nostro piccolo, le nostre gocce nel mare le abbiamo versate, e riporto a tutti i ringraziamenti di tante persone che hanno ricevuto magari una sola maglietta, ma l'hanno ripagata con un grande sorriso.


Purtroppo c'è sempre un'altra faccia della medaglia; mi è capitato di vedere in vendita, al mercato di Tarrafal, alcuni zainetti che avevamo donato a delle famiglie con bambini. Anche se probabilmente si sarà trattato di una situazione di bisogno, ritengo che sarà meglio in futuro distribuire solo roba usata e non materiale comprato ad hoc.

Capo Verde non è povera come altri paesi africani. Non ci sono quelle disperate situazioni che ho visto altrove, ma le persone bisognose sono comunque parecchie. In Italia abbiamo veramente tanto e qui serve tutto. Sembra facile. E lo è.
Facciamolo.
Grazie a tutti.

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