venerdì 18 settembre 2015

Impressioni di Settembre

Arrivando a Tarrafal ci si stupisce nel notare tra l'azzurro del cielo, il blu del mare e il verde di Monte Graciosa, una invadente presenza del colore grigio.
E la motivazione di questo grigio è ancora più strana. Ogni famiglia di Tarrafal, come nel resto di Capo Verde, ha un terreno per costruirsi una casa; ma pochi sono quelli che possono permettersela. Il grandissimo numero di emigrati ha quindi creato questo fenomeno: le persone vanno all'estero per lavorare, iniziano a mettere da parte un gruzzolo, lo investono nei lavori per la casa e, quando i soldi finiscono, il cantiere si ferma fino all'arrivo di risorse fresche.
Ne consegue che, da un giorno all'altro spunti un cantiere dove, magari, lavorano 30 operai per 18 ore al giorno, sotto il solleone o sotto la pioggia (orari preferiti: la mattina alle 6 quando dormo, o il pomeriggio all'ora della pennica!). Poi i soldi finiscono e restano gli scheletri di cemento armato e le pareti grigie (mancando i mattoni, qui fabbricano dei "blocchi" di cemento). E spesso restano così per anni.
L'effetto è deprimente, per una cittadina altrimenti così carina. Ma anche coloro che riescono a completare la casa spesso non migliorano l'estetica di Tarrafal.
Vige un po' il concetto de "Lo zio d'America"; cioè l'emigrante che torna e deve dimostrare di aver avuto successo, a costo di sconfinare (e abbondantemente!) nel cattivo gusto.
Quindi, oltre a far sfoggio di macchinoni talmente tamarri che Lapo Elkann in confronto è Enzo MIccio, si costruiscono case assolutamente improbabili in un paese di mare: in Tarrafal al momento fanno bella mostra di sé un paio di chalet, nonché alcune casette ricoperte di piastrelle che vorrebbero essere in stile portoghese, ma che sono invece più vicine ad un catalogo Pozzi e Ginori.

Le case "abbandonate" per anni seguono poi dei percorsi di vita inimmaginabili.
Da un mese e mezzo ho traslocato e adesso abito in una bellissima villetta vista mare. Di fronte alla finestra di camera mia c'è una di queste case non ancora ultimate il cui proprietario, pare, è attualmente alloggiato e nutrito a spese dello Stato.
Questa casa è quindi diventata una "casa para todos", l'equivalente delle nostre case popolari e, al pari di molte di esse, è occupata in maniera completamente abusiva.
Quindi più di trenta persone, tra cui numerosissimi bambini, vivono in questa abitazione senza luce, senza acqua, passando la maggior parte del tempo in strada, litigando e urlando fino a tarda notte come ci si può aspettare da un popolo così passionale soprattutto quando i rapporti interpersonali galleggiano sopra litri di alcol.,
E ognuna di queste famiglie ha preso completo possesso del proprio alloggio, chi intonacandolo, chi mettendo gli infissi e via discorrendo. Sono curioso di vedere cosa succederà quando il proprietario uscirà di prigione. SE MAI ne uscirà!

Dopo più di un mese di colpevolissima immobilità, ho ripreso a correre sparandomi 6,5 km in scioltezza. Quando si è fuori allenamento ogni passo è una fatica e non si è tolleranti con nessun ostacolo che si presenti lungo il cammino, sia esso una donna con un passeggino o un anziano col bastone.
Avevo quindi già deciso di attraversare il gregge di pecore che occupava la carreggiata che stavo percorrendo, quando il poco sangue che ancora affluiva al cervello mi ha fatto provvidenzialmente notare che tutte le altre persone a piedi procedevano cautamente sul lato opposto della strada; guardando ancora il gregge, al quale mi stavo rapidamente (ahahah!) avvicinando, mi accorgo che ci sono ben tre montoni, dei quali uno si è fermato e mi sta guardando con aria molto poco benevola.
Memore della mia disavventura automobilistica e poco desideroso di farmi spezzare un femore da un muflone africano, recito una rapida preghiera a Sant'Abebe Bikila e attraverso rapido la strada.
Nella classifica degli animali più coraggiosi, dunque, io ormai vengo dopo la pecora.


Un'epidemia di gastroenterite virale ha messo un sacco di persone se non in ginocchio, quanto meno sedute.
L'importante è guardare sempre il lato positivo delle cose: sto rapidamente dimagrendo.

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