lunedì 18 maggio 2015

Gamboa Festival Vol. 1

Ciò che ho subito notato al mio rientro a Capo Verde è stato l'aumento della temperatura. Fa caldo, molto caldo, e sudo come Renzo Bossi alle prese con un'equazione. Fortunatamente sono molto attento alla mia salute, perciò reintegro i liquidi, i sali e le fibre con una fresca bevanda locale a base di acqua, malto e luppolo.

Venerdì sono stato a Praia per lavoro; ne ho approfittato per fermarmi e vedere il "Gamboa Festival", del quale avevo sentito molto parlare.
Il Festival prende il nome dalla spiaggia di Gamboa, probabilmente la più grande di Praia, dove già la mattina avevo avuto modo di notare un grande spazio cintato nel quale stavano finendo di montare il palco. Vi si sarebbero alternati 4 o 5 gruppi durante la serata, in un format simile al concerto del 1 Maggio di Roma.

Il Festival mi ha colpito, ma ancor più l'epopea per arrivarci.
Ci sarei andato col mio amico svizzero Andreas, che è qui da sei anni e che ha quindi stretto numerose amicizie. Inizio previsto della manifestazione h 22:00, termine h 2:00 della mattina; abbiamo convenuto, quindi, di non andarci troppo tardi.
Siamo entrati all'una e venticinque.

Innanzi tutto abbiamo preso un aperitivo e abbiamo deciso di andare a cena; prima però, Andreas mi ha presentato dei suoi amici e delle sue amiche e mi ha lasciato per accompagnare a casa un paio di essi. Io sono quindi rimasto con gli altri, a me sconosciuti, che parlavano in creolo e che quindi non capivo, limitandomi a sorridere ebete quando tutti ridevano (forse di me!). Dopodiché anche questi si sono divisi: io sono andato con due ragazze e un ragazzo, che mi hanno detto di seguirli.
Saliti su un taxi, siamo andati verso un quartiere senza illuminazione pubblica, dove già immaginavo di dovermi separare forzatamente dai miei organi interni (tranne il fegato che probabilmente non avrebbero voluto!).

Qui entriamo in casa di una delle ragazze che mi presenta la madre, lo zio, il fratello e si va a cambiare. Io resto solo con la mamma e lo zio che intanto guardano la telenovela, seduto sul divano, senza saper che dire.
Va sottolineato che qui sono davvero molto ospitali e puoi piombargli in casa a qualsiasi ora che ti accolgono col sorriso. Una volta due poveri Testimoni di Geova, probabilmente dei tirocinanti, hanno avuto la malaugurata idea di suonare a casa di mio papà mentre stava cenando. Mio papà ha elegantemente sciorinato una sequela di bestemmie tale, che uno dei due si è convertito ed è diventato leader di una setta satanista, l'altro ha fondato un culto incentrato sulla venerazione del volto di Donatella Versace.
Mentre mi stavo appassionando alla telenovela, torna la ragazza che intanto si è cambiata, ma non torna il ragazzo (mai più rivisto). Invece l'amica arriva con un'altra ragazza che, mi dicono, ha difficoltà nel parlare: sono una brutta persona, lo so, ma sono stato felice perché avevo finalmente una conversatrice al mio livello!

Sento Andreas, che ci aspetta con altri amici in un locale che si chiama "Sovaco de Cobra", letteralmente "Ascella di serpente". Con questa premessa inquietante andiamo a prendere un taxi per raggiungerli, passando per vicoli che nemmeno a Caracas o a Baghdad.
Arriviamo in questo locale che, a dispetto del nome, è molto carino, e si limita praticamente ad una serie di tavolini in una piazzetta.
La compagnia era piacevole, la caipirinha buona, il clima stupendo, la musica allegra.
Ed è da lì, con lo stomaco vuoto di cibo e pieno di alcol, che verso l'una ci siamo alzati per andare al Gamboa Festival, del quale parlerò nella prossima puntata.


In tutto questo, mi sono divertito molto, ma delle decine di persone che ho conosciuto quella sera, ricordo solo un nome: Ramon, il protagonista della telenovela!

1 commento:

  1. Mesmo sim ka entende tudo ki bo skrebi, pamodi bo ta skrebi na um lingua muito stranho ;-), n persebi pa bo e fan de novela ;-) muito bom fim de semana nha mano!!

    RispondiElimina