martedì 3 marzo 2015

Aggiungi un posto a Tarrafal.

Come scrivevo, una settimana fa è venuto a trovarmi il mio amico Giorgio dall'Italia. Per non smentire le mie origini meridionali, gli ho chiesto di passare da mia mamma a ritirare una borsa per me che, ovviamente, conteneva chili di cibarie per la creatura dispersa in Africa (povero figlio chissà cosa ti fanno mangiare!). L'unico rammarico: speravo che mi arrivasse la classica valigia di cartone legata con lo spago, ma non si può avere tutto nella vita.

Tra i tesori contenuti nella borsa, che avrebbe fatto impallidire Mary Poppins, spiccavano in particolare pasta e grana; per cui mi sono subito dato da fare per organizzare una lauta cena con gli amici del luogo e, come ospite d'onore, pasta alla carbonara.
Ci siamo trovati a casa di Andreas, lo svizzero-tedesco che ho già nominato: un ragazzone simpaticissimo, pieno di vita e di voglia di comunicare. Mmm... riflettendoci, non può essere svizzero-tedesco, mi avrà mentito! Gli altri invitati erano ovviamente Giorgio più due ragazze locali: Erika, professoressa di francese, e Monica, la mia commercialista.
L'appuntamento era alle 19:30; Giorgio purtroppo, reduce dallo stress italiano (lui di lavoro salva il Mondo!), ha dovuto dare forfait e si è sparato una dormita dalle 21 alle 7 del mattino seguente. Io, vista la puntualità vigente qui, mi sono presentato alle 20 (a pensarci bene, Andreas alle 19:31 mi ha chiamato per sapere dove fossi; che sia davvero svizzero?); Monica ed Erika hanno sommato la rilassatezza dei tempi di Capo Verde alla loro natura di donna e si sono presentate bellamente verso le 21.



Io e Andreas allora nell'attesa, ci siamo dedicati ad uno stupendo aperitivo sulla terrazza vista mare della sua magnifica casa, un B&B di nome Casa Strella. Prosciutto crudo, una scamorza di imprecisata origine, marmellata di frutti di bosco, qualche pezzettino di grana e una bottiglia di vino bianco di Fogo. Quando le ragazze si sono presentate, la bottiglia era vuota e noi parlavamo un misto di Esperanto e Klingon.



Così, da allegri, abbiamo iniziato a preparar la cena: Andreas una buonissima insalata con dentro il mondo, io una pasta alla carbonara talmente perfetta che avrebbe messo a tacere, nell'ordine:
- Mazzini e la carboneria
- Gasperino il carbonaro
- la Befana e tutte le sue colleghe suocere
Complimentoni da parte dei miei commensali e grande soddisfazione per me. Va però detto per onestà che qui la pasta non è proprio tipica e che se avessi servito loro un piatto di bulloni al ragù, si sarebbero ugualmente leccati i baffi!
Alzando lo sguardo e vedo Monica che sa mischiando nel piatto la carbonara con l'insalata, e che incurante del delitto compiuto, mangia estatica. La foto è un po' mossa perché sono rabbrividito per il ribrezzo.



Alla fine è arrivato il dolce preparato (!) dalle ragazze; non ne ricordo il nome, ma si tratta di formaggio fresco con dulce di papaya, che vanno mangiati insieme a cucchiaiate. Buono, molto, ma calorico che credo nemmeno le razioni della Cristoforetti!



Finita di scolare una seconda bottiglia, questa volta un rosso del 2012, sempre di Fogo, mi sono accorto di una cosa: comprendevo tutta la conversazione in corso benché si svolgesse contemporaneamente in portoghese, creolo, inglese, francese e a sprazzi in italiano.
In fondo la vera verità può essere proprio questa: il segreto della perduta lingua di Babele non va cercato nei libri antichi, ma sul fondo di una bottiglia di vino!

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