martedì 3 febbraio 2015

Boa Noite.

Il mio appartamento a Biella si affaccia su una piazza già trafficata alle 5 del mattino. Quindi, mio malgrado, venivo svegliato molto presto dai rumori della strada. Mi lamentavo. Sciocco ingenuo.

Questa è l'ultima notte nell'hotel Cachoeira di Tarrafal; da domani dormirò nel nuovo alloggio affittato dall'azienda.
Mi immaginavo qui delle grandi dormite, la zona è tranquilla, in riva al mare, tra la natura e gli animali. E proprio loro, gli animali, si sono rivelati i nemici del mio sonno.

Tarrafal conta moltissimi cani randagi. Sono innocui, interagiscono tranquillamente con l'uomo e tra di loro, non sono affatto aggressivi e al massimo ti guardano con occhioni da attore consumato mentre mangi.
Passano praticamente tutto il giorno a sonnecchiare. Ma la notte no. La notte abbaiano.
I primi 5 minuti di latrati generalmente sorrido, perché mi torna sempre alla memoria la scena del telegrafo dei cani ne "La carica dei 101".
Dopo mezz'ora, mi sono già solennemente ripromesso di girare la città, il giorno successivo, per svegliare di soprassalto tutti i cani che trovo addormentati.
Dopo un'ora, ho deciso di comprarmi un leone da lasciare brado di notte dalle parti dell'hotel.

Se i cani sono randagi, l'animale domestico per eccellenza qui a Tarrafal è il gallo. Ogni famiglia ha un pollaio, e in ogni pollaio spadroneggia lui, il signore della notte.
Perché la storia del gallo che canta al sorgere del sole, come ce l'hanno propinata da fanciulli, è una fandonia. Il gallo canta sempre!
Ieri notte mi sono messo, per curiosità, a contare i "chicchirichì" del gallo del mio vicino, per capire quanto tempo ci avrebbe messo a seccarsi quella maledetta ugola. Dopo 40 minuti, al ritmo di un "chicchirichì" ogni 30 secondi circa, avevo ormai elaborato una complessa teoria: esiste un'associazione massonica di pennuti, impegnata, grazie a turni organizzati con  elvetica precisione, a cantare tutta la notte, privando gli uomini del giusto sonno allo scopo di impadronirsi del mondo!

Alle 6 suona la campana della chiesa. Solo alle 6. Non alle 5, alle 7 o alle 8. Alle 6.
E probabilmente mi sarò perso qualcosa nel cambio Euro/Escudos/Fuso Orario, perché la campana batte 9 tocchi; forse per assicurarsi che io sia ben sveglio!

Infine, una riparazione accettabile potrebbe essere la pennica dopo pranzo. Gustosa e che amo particolarmente. Ma no! Non si può! La finestra del mio hotel si affaccia su di un cortile trasformato in officina, il cui proprietario sta riparando una macchina. Il genio deve sapere qualcosa che io non so, perché per riparare carrozzeria, motore, cerchi, interni, usa un solo strumento: il martello. Se le maledizioni funzionassero, sarebbe morto in almeno 5 universi paralleli!

Vedremo come passerà questa ultima notte. Da domani dovrò cercare nuove cose di cui lamentarmi!

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