giovedì 26 febbraio 2015

Mangiando sotto una palma, in grazia di Dio.

In questi giorni è venuto a trovarmi il mio amico Giorgio e ne sto approfittando per parlare un po' la mia lingua natìa. Inoltre, sto cercando si spiegargli la vita di qui per come riesco a capirla, io. Cioè poco.

Avevo già notato che molti ragazzi del posto utilizzano un cappello fatto a cuffia molto alto che sembra, per capirci, quello dei Puffi, ma lavato probabilmente in una soluzione di acqua, amido e Viagra. Il loro aspetto, di conseguenza, diventa molto simile a quello di un missile, per non voler parlare di altro! Ero curioso del perché usassero un copricapo così ridicolo e quindi ho chiesto, gesticolando come un macaco per farmi capire. Un ragazzo si è tolto il cappello e mi ha fatto vedere che sotto aveva una foresta di dreads, che qui restano sempre e comunque di moda. Ecco spiegato il motivo di una cuffia tanto capiente e del fatto che rimanesse tesa sulla testa.
Il mistero che è rimasto senza soluzione è quello che mi ha fatto notare Giorgio: perché, con questo caldo, la cuffia è spesso in pesantissima lana?





Nella spiaggia di Baia Verde, sulla sabbia, c'è un ristorante; ma è un ristorante poco convenzionale. Si tratta di una capanna, molto bassa, formata da un intreccio di foglie di palma secche, con su attaccato un cartello con scritto "Ristorante naturale". Lì davanti sta Victor, un ragazzo del posto, con un fisico da fare invidia ad un giocatore di pallanuoto, e che passa la giornata con addosso solo un paio di pantaloncini a palleggiare scalzo con un pallone che peserà quanto una palla medica. Lui sta lì, gioca a calcio, nuota, sorride a chi passa. E cucina per i più impavidi, per coloro che non hanno una passione maniacale per l'igiene.
La prima volta che l'ho visto mi sono detto: "nessuno mangerà mai il cibo preparato in quel tugurio"! Ah, che ingenuo provincialotto che sono.
L'altro giorno io e Giò abbiamo avuto la sorpresa di vedere una famiglia, padre, madre e tre bambini sotto i 5 anni, di chiara provenienza nord-europea, che tornava dal "ristorante" con un secchio (UN SECCHIO!!!) di pesce alla brace. La mamma si è sistemata sotto le palme ed ha iniziato a sfilettare e a porzionare il pesce con le mani, per poi imboccare i figli.
Se è vero quel che dicono, quei bambini cresceranno con anticorpi grandi come criceti.



Ci siamo stupiti sì, ma fino ad un certo punto. Poco prima, per il paese abbiamo incontrato due uomini che giravano con un secchio bianco, di quelli da 25 litri per pittura, pieno di tranci di pesce. Ovviamente non potevo che chiedere che pesce fosse.  Mi è stato risposto "tubarao".
Beh, non capita tutti i giorni da noi di imbattersi in una secchiata di squalo.

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